I tre fratelli Nacamulli vengono tradotti prima al carcere di Milano,
poi al campo di concentramento di Bolzano e da lì il 24 ottobre 1944 deportati ad Auschwitz,
dove Vittorio muore in conseguenza dei patimenti subiti il 28 gennaio 1945, quando il campo era ormai
stato liberato; Mario e Guido devono invece affrontare la infernale marcia di trasferimento fino a
Buchenwald, dove muoiono rispettivamente il 27 febbraio 1945 e il 3 marzo 1945.
Giuseppe Weinstein avrebbe potuto salvarsi: è stato fatto fuggire dal parroco,
che è stato arrestato e trattenuto in ostaggio in sua vece.
Saputolo ha preferito consegnarsi, ottenendo così il rilascio di don Dalla Vecchia.
La cattura è solo l’inizio della sua odissea, viene tradotto al carcere di Milano e poi,
il 7 settembre 1944, al campo di concentramento di Bolzano;
da lì il 24 ottobre 1944 verrà deportato a Auschwitz; sarà ucciso all’arrivo il 28 ottobre 1944 .
Nel verbale di interrogatorio di Oscar Tolentini la frase di rito “il quale interrogato risponde”
è sostituita da “il quale opportunamente interrogato dichiara quanto segue”,
il che fa supporre, il ricorso a metodi violenti.
Una ipotesi che è sostenuta anche da altri indizi: si può notare che quello relativo al suo interogatorio
è l’unico verbale che non riporta l’ora dell’interrogatorio,
e che l’interrogato muore prima della deportazione.
Tradotto nel carcere di Milano, vi trova la morte in stato di detenzione il 16 agosto 1944.
Il destino di Gustavo Corrado Coen Pirani è uguale a quello di Giuseppe Weinstein: viene tradotto al carcere di Milano e successivamente,
il 7 settembre 1944, al campo di concentramento di Bolzano, viene deportato il 24 ottobre 1944
a Auschwitz, dove é ucciso all’arrivo il 28 ottobre 1944.
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