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Da S. Agata ad Auschwitz di Silvio Cavati [indietro][avanti]
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  • Internati liberi e sfollati

    Con l’ingresso in guerra dell’Italia, il 10 giugno 1940, scattano le misure legislative connesse allo stato di guerra che prevedono l'internamento dei civili nemici.
    E civili nemici, anche se provenienti da paesi alleati dell'Italia, vengono considerati tutti gli ebrei stranieri presenti sul territorio nazionale: il 15 giugno 1940 il capo della polizia Bocchini ne ordina l’arresto e l’internamento.
    Il provvedimento colpisce non solo coloro che da pochi anni erano giunti dalla Germania, dopo l’emanazione delle prime leggi antiebraiche naziste, e dai paesi occupati dai nazisti alla fine degli anni trenta, ma anche chi in Italia si trova da tempo, compresi gli ebrei che hanno ottenuto la cittadinanza italiana dopo il 1919, revocata dalle leggi razziali del regime fascista.
    In provincia di Bergamo ci sono cittadini di nazionalità turca, greca, egiziana giunti in città tra il 1920 e il 1930, il provvedimento riguarda anche loro.


    Il campo Ferramonti di Tarsia

    Dei 16 campi di concentramento in cui sono internati prevalentemente ebrei il più grande è Ferramonti in provincia di Cosenza.
    In alternativa alla restrizione nei campi di concentramento, il soggiorno obbligato in determinate località, in genere piccoli paesi lontani da città e zone strategiche, tra essi i piccoli paesi delle nostre vallate.
    E’ così che, a partire dal 1941, cominciano ad affluire nella nostra provincia ebrei tedeschi, austriaci, polacchi, boemi, molti dei quali provenienti dal campo di Ferramonti, che vengono dispersi nei comuni delle nostre vallate, quasi sempre dove ha sede una caserma di carabinieri per garantire la necessaria sorveglianza; i confinati vengono anche definiti “internati liberi”.
    I documenti della Prefettura avrebbero potuto fornire tutte le indicazioni necessarie a ricostruire numero e residenza degli internati liberi, ma uno “scarto d’archivio” effettuato nel 1955 ha portato alla distruzione della quasi totalità delle carte relative al periodo fascista.
    Dalle testimonianze, dall’elenco dei deportati, dalle carte della Prefettura possiamo ricavare alcuni dati parziali: è documentata la presenza di “internati liberi” ad Albino, Alzano Lombardo, Clusone, Gandino, Gromo, Oltre il Colle, Serina, San Giovanni Bianco, S. Omobono Imagna, Trescore Balneario, Treviglio; le testimonianze documentali da me esaminate hanno consentito di individuare 38 nominativi di internati liberi presenti nella provincia, ma vi sono indizi di una presenza ben più consistente.
    Le precarie condizioni di vita a cui sono costretti gli “internati” ci vengono descritte sia dagli incartamenti ritrovati in alcuni archivi comunali che dalle memorie di alcuni ebrei sfuggiti alla cattura. Le vicende delle famiglie Schwamenthal e Zimet possono essere assunte come paradigma delle condizioni degli “internati liberi”.

    Oltre agli internati liberi, dopo lo scoppio della guerra ed i primi bombardamenti giungono nella nostra provincia altri ebrei, prevalentemente sfollati da Milano o da altre grandi città.
    Pur non avendo dati sul loro numero è da ritenere che questa presenza sia consistente: i 77 fascicoli relativi al sequestro di beni ebraici a seguito del DL del Duce del 4 gennaio 1944 n. 2, sono per la maggior parte intestati a persone non residenti in provincia, e in molti casi la tipologia dei beni sequestrati ne indica la provvisoria dimora; è poi più che significativo che dei venticinque ebrei catturati nella bergamasca entro il mese di febbraio 1944 ben dodici risultino residenti a Milano.
    Dalle risultanze anagrafiche che abbiamo potuto accertare si possono evidenziare esempi significativi: ad Ambivere il 15 settembre 1941 trasferendosi da Genova, giungono le sorelle Elda e Lia Marta Levi ; a Calolziocorte, dove possiedono una villa, il 16 dicembre 1942 giungono da Milano i quattro componenti della famiglia di Gerolamo Levi; nelle carte della Prefettura relative al sequestro dei beni degli ebrei è documentata la presenza di ebrei sfollati a Capriate, Gazzaniga, Nembro, Ponteranica, S. Omobono Imagna, Vercurago e, in base ai luoghi in cui è avvenuta la cattura, anche a Oltre il Colle e Verderio.

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    A cura della Associazione Italia Israele di Bergamo [indietro][avanti]


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